Il comportamento evangelico di un “non cristiano”

Tutti sanno che Gandhi non era cristiano, ma ammirava moltissimo la dottrina evangelica e soprattutto la viveva.
Era profondamente convinto che Dio è amore, che la violenza non paga; e che la pace, sia personale che collettiva, è sempre il risultato di sofferenze accettate con amore, perseveranza e serenità: “Ama il tuo nemico” e “Se ti danno uno schiaffo, porgi l’altra guancia”.
Sono massime evangeliche che lui abitualmente praticava nei numerosissimi scontri, sia privati che pubblici, di cui fu costellata la sua esistenza.
Riuscì ad ottenere l’indipendenza dell’India senza sparare un colpo, né ricorrendo ad alcuna frase irosa: con la sua “resistenza passiva” – anche da solo, incarcerato, esile e malaticcio – aveva continuato a rappresentare per l’impero inglese una forza di molto superiore all’entità di un intero esercito.
Finché visse, riuscì ad impedire la spaccatura politica tra indù e musulmani ed infine morì con indubbia pietà per il suo assassino… Ma da dove poteva provenirgli tanta forza?
Dalla preghiera o – meglio – da ogni istante della sua vita satura di preghiera, di anelito al divino.
La sua bontà e pazienza, la sua ostinata non violenza, il far violenza solamente a se stesso nella sopportazione della cattiveria altrui ed espiandola per di più con prolungati digiuni, tutto ciò gli proveniva dalla sua costante e appassionata ricerca della comunione con Dio. E’ proprio il caso di dire che noi cristiani andiamo a ricevere la Comunione, mentre lui… la viveva!
Apprendiamo infatti, almeno per un poco e dalle sue stesse parole, a quali esercizi mentali egli ricorreva per poter sempre più lasciarsi permeare dall’invincibile forza dell’Amore: “Nel momento in cui compare un pensiero impuro-malvagio, contrastalo con un pensiero puro-buono! Ricordati, però, che ciò riesce solo con la grazia di Dio e quest’ultima viene dall’incessante comunione con Lui. La comunione, a sua volta, può essere all’inizio solo una ripetizione del Suo nome a fior di labbra; anche se, non di rado, succede che tale ripetizione possa essere disturbata da pensieri cattivi. Ma alla fine, quel che era sulle labbra, conquisterà il cuore”.
Stupefacente come in quest’uomo non cristiano si possano così spesso trovare gli stessi insegnamenti, la medesima perseveranza e persino l’identica metodologia, indicatici da Gesù Cristo!
Ed infatti, in tale sua insistente volontà di comunione con Dio, non riecheggiano forse pure le seguenti parole dell’apostolo san Giovanni?

“Dio è amore, e chi vive nell’amore è unito a Dio, e Dio è presente in lui” (I Giovanni 4, l6).
Vivere, dunque, nell’amore: quando sei solo, adorando Dio dentro di te, magari nell’adempimento delle banalità quotidiane; quando sei con qualcuno, servendo Dio nel prossimo tuo (un Dio che, purtroppo, possiamo ancora trovare crocifisso in tanta gente).
Tale stile di vita è “il cuore” della nostra religione, ma non è certo nostro esclusivo appannaggio! Molti di noi, infatti, l’hanno dimenticato; mentre Gandhi, un non cristiano, l’aveva capito e messo in pratica.
Riuscendo così, tra il resto, a risultare pure un esempio vivente delle parole di Gesù in merito allo Spirito Santo: “Il vento soffia dove vuole…” (Giovanni 3, 8).

                                                                                                     Paolo Morandi

3 pensieri su “Il comportamento evangelico di un “non cristiano”

  1. In questa riflessione spunta un tema fondamentale: il rispetto altrui. L’amore è il riconoscere all’altro gli stessi diritti che sento di avere, perchè sono concessi dalla stessa fonte divina.
    Perciò il comportamento evangelico nasce dal rispetto per quell’altro, che non conosco, e che magari professa una religione diversa dalla mia o magari nessuna religione. Ma che, nei suoi atteggiamenti più umili, pone sempre il rispetto dell’altro davanti a tutto e quindi pone Dio al centro di tutto.
    E’ la dimostrazione che – essendo figli di un’unica fonte creatrice – sentiamo per istinto di comportarci in un certo modo, perchè siamo appunto figli di Dio; e siamo tutti bersagliati dallo stesso nemico, che vuole farci credere caduchi e non redenti e ci tenta in tutti i modi per ingannarci e perderci.
    Rifiutare il male significa – dunque – porre il bene al centro delle proprie azioni, perchè si ama l’altro. Ecco il motivo perchè un grande simbolo come Gandhi diventa modello evangelico. Ma ce ne sono anche altri…
    La differenza del cristiano è la consapevolezza di essere redenti da Cristo, figlio di Dio. Le altre religioni, gli ebrei per primi, non lo vogliono riconoscere. Per il resto, non ci sono differenze; e noi cristiani non godiamo di nessun privilegio, se non quello di chiamarci seguaci di Cristo.
    Dobbiamo avere l’umiltà di riconoscere che vi sono persone eccellenti, anche fuori dal cristianesimo, poiché mostrano un vero atteggiamento evangelico con il considerare Dio come fonte suprema di Vita e di amore; pur senza attribuirla al dono del Figlio di Dio, fattosi uomo e salvatore dell’umanità in Maria santissima.
    C’è davvero tanto da meditare!
    Salutissimi

  2. Ciao, Paolo!
    Condivido molto l’analisi fatta nel rapporto con i non credenti. Io ho vissuto entrambe le dimensioni e trovi in me un accanito sostenitore delle tue tesi. Vorrei commentare alla mia maniera il tuo articolo con una mia poesia, scritta nel 2010 e facente parte di un libretto pubblicato nello stesso anno; dal titolo:
    “Nel Cuore di Dio”.
    Preghiera
    Padre Nostro
    credo profondamente nel Tuo amore,
    nei Tuoi materni insegnamenti.
    Non indurmi nella tentazione ideologica,
    nelle logiche fondamentaliste e
    nella prevaricazione dell’altrui pensiero.
    La mia fede sia semplice,
    aperta al dialogo,
    disponibile a crescere nel confronto con gli altri.
    Liberami dai pregiudizi e
    fa’ che ogni volto, che incontro,
    sia ricchezza ed espressione della Tua generosità.

    Amen

  3. Gandhi, grande uomo di pace, dalla statura minuta, ma dotato di una grande fede, ricorda a tutti che Dio Padre manda sulla Terra grandi anime, che rimarranno da esempio per le generazioni future: per la loro lotta e con le armi della non violenza.
    Sono convinta che, in Paradiso, si trovi vicino alla grande Madre Teresa di Calcutta; perché anche lei, come lui, è stata operatrice di pace a favore dei più derelitti.

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